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Geometria delle equazioni differenziali alle derivate parziali, singolarità, simmetrie. L’approccio geometrico allo studio delle equazioni differenziali ha condotto a numerosi risultati di fondamentale importanza. Da una parte ha posto su solide fondamenta lo studio delle simmetrie, in particolare quelle superiori, e ha fornito l’ambiente più appropriato per l’analisi delle singolarità delle soluzioni e per la loro classificazione; dall’altra ha finito per determinare una riformulazione del concetto stesso di equazione differenziale in termini di diffieties, vale a dire di varietà munite di un’opportuna struttura di contatto, e, attraverso i metodi coomologici basati sulle sequenze C-spettrali, alla definizione di un calcolo differenziale naturale sulle diffieties (calcolo secondario). Nell’approccio geometrico, un’equazione differenziale è rappresentata da una sottovarietà, Y, di un fibrato di jet, Jk, di ordine k. Le coordinate locali di Jk descrivono sia le variabili indipendenti, sia quelle dipendenti e le loro derivate fino all’ordine k. Jk ha una struttura fibrata sia sulla varietà, M, delle variabili indipendenti che su Jm, con m<k. In più, su Jk, c’è una struttura di contatto naturale, la distribuzione di Cartan, che consente di recuperare il diverso ruolo svolto dalle coordinate. Le soluzioni a più valori dell’equazione sono sottovarietà integrali massimali, della distribuzione di Cartan di Jk, contenute in Y e localmente trasversali rispetto ad M eccetto che su un insieme, S, di dimensione minore di quello di M. Le singolarità di una soluzione a più valori sono le singolarità della proiezione π: Jk Geometria differenziale È stato intrapreso uno studio sistematico delle varietà Riemanniane e pseudo-Riemanniane di dimensione 4 con tensore di Ricci nullo (spazi di Einstein) per quelle metriche che hanno un’algebra, A, non banale di campi di Killing. Sono analizzate: soluzioni esatte, simmetrie e leggi di conservazione superiori, operatori di ricorrenza, integrabilità dei flussi geodetici. In particolare, si è iniziato a considerare il caso in cui l’algebra A è bidimensionale e noncommutativa (il caso commutativo è gia noto). I campi di Killing individuano in questo caso una distribuzione bidimensionale integrabile, D, e conseguentemente delle superfici integrali (foglie di Killing). Nell’ipotesi ulteriore che la restrizione della metrica alle foglie di Killing sia non degenere e che la distribuzione ortogonale a D sia trasversale e integrabile, è stato possibile pervenire ad un’analisi esaustiva e ad un’espressione locale esplicita delle metriche. L’analisi globale ha mostrato che le varietà in esame, oltre alle estensioni massimali delle espressioni locali trovate, sono più in generale in corrispondenza con le coppie costituite da una curva complessa e da una funzione olomorfa (o da una forma generalizzata di tali dati). Questi risultati sono stati poi estesi anche ad algebre di Lie tridimensionali con superfici di transitività bidimensionali non isotrope. Sono poi stati integrati i flussi geodetici, che in una classe di casi si sono rivelati esempi di sistemi hamiltoniani noncommutativamente integrabili. I fibrati principali, con gruppo di struttura U(1), su una varietà liscia, Q, sono classificati, come è noto, da H1 (Q,U(1)) o equivalentemente H2 (Q,Z)= H2 (Q,Z)*
Geometria simplettica, integrabilità e operatori di ricorrenza Lo studio dell’integrabilità dei sistemi hamiltoniani ha attratto l’attenzione verso alcune strutture proprie della geometria simplettica quali sottovarietà e foliazioni di tipo lagrangiano, isotropo e coisotropo. Il criterio di integrabilità di Liouville per un campo vettoriale hamiltoniano, basato sull’esistenza di n integrali primi indipendenti in involuzione è caratterizzabile, infatti, con l’esistenza di una foliazione lagrangiana invariante. Poichè i campi hamiltoniani, corrispondenti ad m integrali primi in involuzione, sono tangenti alle varietà di livello degli integrali primi, m> n integrali primi indipendenti non potranno esser in involuzione. In questo caso si parla di criteri di integrabilità noncommutativa. Un criterio di integrabilità noncommutativa è basato sull’esistenza di un’algebra noncommutativa di integrali primi indipendenti di dimensione m>n e rango k tali che m+k=2n. In questo caso le superfici di livello degli integrali primi individuano una foliazione isotropa invariante tale che la distribuzione ortogonale simplettica (coisotropa) è anch’essa integrabile, ed è possibile definire variabili angolo azione generalizzate. Si può in più dimostrare che per l’esistenza di tali variabili è sufficiente l’esistenza di una foliazione isotropa invariante simpletticamente completa, cioè tale che sia integrabile la distribuzione ortogonale simplettica. Uno degli strumenti classici per giungere all’integrazione di un campo hamiltoniano, X, è costituito dalle procedure di riduzione. Queste consistono nell’associare al campo assegnato, X, un campo ausiliario, X’, su una varietà di dimensione minore, in modo che l’integrazione di X sia banale una volta integrato X’. Ciò è fatto generalmente grazie alla presenza di gruppi di simmetrie e la procedura di riduzione basata sul momentum map costituisce probabilmente il punto culminante di questo approccio. Geometria noncommutativaLa geometria noncommutativa è un’estensione della corrispondenza ben nota tra algebre commutative e spazi geometrici. Poiché l’estensione diretta delle usuali strutture differenziali, metriche e topologiche al caso noncommutativo conduce spesso a risultati banali, tali strutture vanno ideate ed elaborate direttamente nell’ambito noncommutativo. Negli ultimi anni la geometria noncommutativa è pervenuta ad un considerevole livello di maturità ed è ora possibile affrontare con questi strumenti sia lo studio di ambienti genuinamente noncommutativi che casi singolari dal punto di vista commutativo. Teoria delle stringhe e teoria dei campi Mi sono interessato all’elaborazione di una formulazione più generale del principio variazionale alla base della teoria lagrangiana delle stringhe e se ne sono analizzate le conseguenze classiche e quantistiche. Emerge una classificazione delle stringhe in termini delle orbite di SL(2,C) nella rappresentazione aggiunta. In particolare, oltre alle stringhe usuali, sono possibili anche stringhe isotrope, cioè tali che la metrica ristretta alla superficie della stringa sia degenere. Sono state trattate questioni di teoria dei campi: solitoni topologici e non topologici, teorie conformi. |